“Vita, fiducia, solidarietà, conoscenza, migliorarsi, rompere le barriere, condivisione…”, Sono alcune delle parole chiave che i partecipanti al campo di E!State Liberi di Vigevano hanno scritto per riassumere la settimana trascorsa insieme. Un’esperienza di impegno su un bene confiscato alla mafia e di studio tematico sul progetto speciale di Gruppo Abele, Libera, Coripe e Avviso Pubblico Illuminiamo la salute che ha portato a Vigevano 12 ragazzi provenienti da numerose regioni italiane e impegnati per ragioni di studio o lavoro in ambito medico sanitario.
Ogni mattina, i 12 volontari, dopo aver lottato per aggiudicarsi le ambite brioches al pistacchio, hanno prestato servizio ridipingendo l’ingresso e risistemato lo spazio verde all’esterno della villa confiscata al Clan Valle, nota famiglia di ‘Ndrangheta operante nel territorio Lomellino sin dagli anni ’70, e ora assegnata a scopo sociale alla Croce Azzurra vigevanese. Nel pomeriggio e durante alcune serate, invece, si sono susseguiti i momenti di formazione improntati sulla relazione tra mafie, corruzione e sanità; avendo come bussola il diritto alla salute che viene intaccato quando il malaffare entra nel mondo sanitario e i comportamenti di chi vi opera non sono contraddistinti da un’etica professionale.
Alla formazione frontale si sono affiancati laboratori. Tra essi, quello tenuto da Leonardo Ferrante, responsabile per Libera e Gruppo Abele del settore anticorruzione ha aperto gli occhi ai volontari del campo sul mondo del monitoraggio civico attraverso la presentazione del libro Anticorruzione POP, scritto a quattro mani con il professor Alberto Vannucci. Anche Nicola Capello, dell’associazione Civico97, con il suo intervento sui Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione, ha fornito le coordinate di utilizzo di un concreto strumento di contrasto al malaffare nell’ambito sanitario. L’incontro con Marisa Fiorani, madre di Marcella di Levrano, vittima innocente della Sacra Corona Unita, e con la realtà di Cascina Contina ha dato un segno tangibile di cosa significhi indifferenza, marginalità, solitudine e cosa possa succedere quando il contesto in cui si è inseriti non pratica l’accoglienza perché le priorità e i valori sono altri. Non sono mancati momenti di svago con i volontari della Croce Azzurra vigevanese, tra karaoke e grigliate e feste di paese, perché come ci ricordava il giornalista Mauro Rostagno “l’antimafia è gioia di vivere”, e impegnarsi significa anche condividere il bello della vita. Un’esperienza indelebile che ha creato nuove energie e consapevolezze. La miglior sintesi di quanto ci portiamo a casa, arriva ancora una volta dai partecipanti stessi: “non esistono difficoltà tanto grandi da impedire di essere forti, altruisti e responsabili”. Attitudine necessaria perché “per ottenere un cambiamento, dobbiamo sporcarci le mani”, in prima persona. Con questo spirito rientriamo alla quotidianità, un po’ più consapevoli di essere un ingranaggio importante nella costruzione di una società più giusta e libera dalla corruzione.
Martina Galli e Giorgio Tiraboschi
referenti campo E!state Liberi di Vigevano