[il testo che segue, opera di Claudio Montagna, è una filastrocca composta dal regista e autore teatrale in occasione di Ogni terra è casa mia, la quarta edizione de Le Terre attraverso il mare, manifestazione tenutasi alla Fabbrica delle "e" domenica 2 dicembre]
Viaggiare con la prospettiva di tornare a casa quando si vuole
si chiama turismo.
Viaggiare senza la prospettiva di tornare a casa quando si vuole
si chiama migrare.
Dunque, la differenza tra divertirsi e soffrire consiste in una casa,
con chi ci abita,
con la terra su cui è costruita,
con il cielo sopra il suo tetto.
Vorremmo fare i turisti
e siamo costretti a essere migranti.
Ognuno di noi, quando è solo, ha fame, ha paura, in fondo è migrante,
e si sente senza casa,
in mezzo al mare,
in mezzo alla folla,
nel cuore dell’inverno.
Allora diciamolo che siamo uguali
almeno in questo permanente bisogno di un tetto.
Perciò,
ogni volta che troviamo un tetto grande e accogliente,
facciamo festa insieme,
cantiamo, balliamo, raccontiamo,
come adesso,
facciamoci conoscere,
conosciamoci per sfidare ogni paura.
Il giorno fortunato in cui ogni terra diventerà casa di tutti,
viaggerà solo chi vuole.
E non ci saranno più migranti
ma solo turisti.
(claudio montagna)