Tutti vorremmo fare qualcosa contro la guerra, per la pace. Ma che cosa è alla nostra portata, oltre all’accoglienza doverosa di chi arriva, indipendentemente da quale sia il conflitto che l’ha spinto a partire? Il Gruppo Abele sceglie il silenzio.
Silenzio simbolico, per qualche giorno, dei propri canali di comunicazione, contro le sterili guerre di parole.
Un’ora di silenzio attivo, riflessivo, per fare spazio alla consapevolezza della nostra fragilità umana e a quelle domande di senso che possono indicarci la strada verso una pace vera e duratura. Un silenzio eloquente, denuncia dell’inerzia politica, degli egoismi e degli interessi economici che fanno prima maturare e poi scoppiare le guerre. Un silenzio presente, a testimoniare il nostro quotidiano impegno verso tutto ciò che costruisce la pace: i diritti degli ultimi e la giustizia sociale, la “conversione” ecologica, l’educazione e la partecipazione democratica. Un silenzio pieno anche di gratitudine per i tanti che si stanno impegnando concretamente nel sostegno e nell’accoglienza delle vittime dei conflitti. I loro gesti valgono più di molte parole.
Sabato 9 aprile dalle 11 saremo in piazza Carignano a Torino. Invitiamo tutti a partecipare, senza loghi o bandiere, solo con un indumento bianco addosso.
Facciamo silenzio per un’ora, ma non restiamo silenti nei fatti. Perché “Nella vita non dobbiamo fare faville, non dobbiamo fare scintille, dobbiamo fare luce. E la luce si può fare anche nel silenzio” (Don Tonino Bello).
Con noi ci saranno anche (adesioni al 6 aprile): Binaria, Università della Strada, Casacomune, Animazione Sociale, Edizioni Gruppo Abele, Libera Piemonte, Acmos, Fondazione Benvenuti in Italia, Cooperativa Nanà, Comitato Acqua Pubblica Torino. E il coordinamento A.Gi.Te., che confluirà dal presidio organizzato come ogni sabato mattina in piazza Castello.