A poche ore di distanza dai tragici fatti relativi all'attacco terroristico avvenuto domenica sulle spiagge di Grand Bassam, località a circa quaranta chilometri da Abidjan in Costa d'Avorio, abbiamo chiesto a Francesca Piccinini, operatrice per il Gruppo Abele nella Communauté Abel di Grand Bassam di raccontare la cronaca di quelle ore e dare notizia della ripresa operatività sul territorio.
Notizie molto filtrate si mescolano ai rumors, ai sentito dire, ai racconti di quanti c’erano.
Lunedì mattina abbiamo rimandato a casa gli allievi che frequentano i corsi di formazione professionale presso i nostri centri. Più in segno di lutto che per timori sulla sicurezza: quello che doveva succedere, è già successo.
Coi ragazzi dell’internato, invece, abbiamo avuto un momento di riflessione sugli eventi del giorno prima: un pensiero alle famiglie delle vittime e, come tutti i lunedì, il saluto alla bandiera, un richiamo all’unità oggi ancor più importante.
Quindi, riunione col personale: tutti i nostri colleghi e beneficiari stanno bene. Un po’ scossi. Qualcuno era lì, qualcuno l’ha scampata per un pelo, altri hanno sentito gli spari, altri ancora hanno visto uomini in “giubbetti da cacciatori” imbracciare i kalash e sparare sulla folla che popola la dorata spiaggia di Grand Bassam la domenica mattina: famiglie ivoriane, bande di adolescenti, venditrici di ananas, turisti un po’ più chocos.
Si sa ancora poco. Il bilancio delle vittime è di 3 militari, 3 assalitori e 15 civili (tra cui 4 francesi e un tedesco). Nulla più circa la loro identità. C’è chi parla di un bambino che veniva a giocare al Carrefour Jeunesse, chi non è ancora riuscito a contattare tutti i propri cari, chi sostiene che il numero delle vittime potrebbe essere maggiore: “Ho visto corpi portati via dal mare” racconta un passante. Voci. Che si mescolano ad altre voci: “gli assalitori sono arrivati proprio da lì, in barca”, “no, io ne ho visti due scendere dalla strada delle imposte, avevano i giubbetti ed erano armati!”
Quanti erano in tutto? Non si sa. L’organizzazione Al Qaida nel Maghreb Islamico rivendica l’invio di “tre cavalieri”. Ma c’è chi ne ha visti anche cinque in azione in uno stesso punto.
Non è nemmeno chiaro se fosse un solo gruppo che si è spostato lungo quel tratto di spiaggia su cui si affacciano in successione gli hotels colpiti, o se fossero diversi gruppi entrati in azione in posti diversi contemporaneamente. “Gli spari sono cominciati alla Paillotte – ricorda una delle tante vendeuses che sfilano di solito sulla spiaggia con le loro mercanzie – sono scappata sulla strada e di lì verso l’Etoile du Sud, quando la mia amica che vende là, mi ha chiamato dicendo che stavano sparando anche lì”.
Ancora voci: alcuni terroristi sarebbero scappati in piroga sulla laguna che si stende alle spalle del Quartiere Coloniale. Ne sono stati visti quattro, di cui uno ferito, in una piantagione a Mondoukou (dove abbiamo uno dei nostri centri di alfabetizzazione), proprio sull’altra sponda.
Oggi ospiteremo al Carrefour Jeunesse una riunione organizzata dalla Prefettura. In attesa di avere qualche ragguaglio ed eventuali indicazioni, nel nostro piccolo continuiamo ad essere operativi sul terreno, di fianco ai Bassamois come sempre, anche per dire che bisogna continuare la vita di tutti i giorni e, con un po’ più di coraggio di prima, il cammino della pace intrapreso negli ultimi cinque anni.
(francesca piccinini, Communautè Abel, Grand Bassam)