Questa che segue è la lettera aperta inviata da don Luigi Ciotti, fondatore di Gruppo Abele e Libera, ai promotori e ai partecipanti della manifestazione Crotone manifesta per l'Umanità, convocata da un cartello di associazioni contro il decreto sicurezza e che ha sfilato per le strade della città calabrese sabato 8 dicembre.
Cari amici,
mi dispiace oggi di non poter essere con voi, ma ci sono con la testa, con il cuore, con lo spirito.
Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Devono promuovere la giustizia sociale, non le disuguaglianze e le discriminazioni.
È il caso di questo decreto sicurezza: nessuno nega che l'immigrazione sia un problema di enorme complessità da governare con pragmatismo e lungimiranza - pena l'innescare forme di disagio, rifiuto, insofferenza - ma queste sono misure che prevalentemente emarginano e respingono. E così ostacolano proprio quella sicurezza che dicono di voler garantire, perché comunità sicura è una comunità che accoglie, riconosce e integra, una comunità che dà a chiunque i mezzi per condurre una vita libera e dignitosa.
C'è molta debolezza, amici, in questa ostentazione di muscoli: ci si accanisce contro la fragilità degli altri per la paura di riconoscere la propria. Ma è proprio riconoscendo la nostra fragilità di persone - fragilità stessa della condizione umana - che si può costruire un mondo più giusto, ripulito da egoismi e razzismi, da rabbie fomentate e manipolate, da semplificazioni e falsificazioni di verità, un mondo dove riconoscerci diversi come persone e uguali come cittadini. Un mondo dove gli altri siano, prima che attorno a noi, dentro di noi perché tutti siamo in fondo viandanti e migranti su questa terra.
Allora, coraggio, amici. Diciamo no all'emorragia d'umanità, denunciamo chi fa il male e chi, nel silenzio, se ne rende complice. Consapevoli di dover procedere uniti - perché solo insieme il desiderio di giustizia diventa forza di giustizia - e di non perdere mai la speranza, nemmeno quando il cammina diventa particolarmente duro: "Ci deve essere abbastanza buio - diceva Martin Luther King - per poter vedere le stelle".
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