La narrazione è, come sottolinea il grande pedagogista Bruner, il primo modo per interpretare e conoscere la realtà in cui si vive. E’ attraverso le storie che il bambino inizia a dare senso e significato alla propria esperienza e orienta il proprio agire. Vi è una stretta relazione tra narrazione e educazione.
La Fabbrica delle Storie, che si è tenuta negli spazi di Binaria, a Torino, dal 4 al 10 aprile, è una rassegna che mette al centro la narrazione come modo per sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare le famiglie, sui temi sociali di cui da ormai cinquantanni il Gruppo Abele si occupa. Un impegno che ha sempre affiancato alle iniziative concrete rivolte alle persone in difficoltà, una proposta culturale con la finalità di promuovere cambiamento nella società e nelle coscienze dei singoli sui temi del disagio e dell’emarginazione. “E’ la cultura che oggi dà la sveglia alle coscienze” è uno degli slogan oggi centrali nel nostro impegno. Senza un cambiamento culturale non sarà possibile costruire una società più giusta, accogliente, inclusiva e animata da speranza ed impegno per un futuro migliore per tutti. E questo cambiamento va riversato nelle nuove generazioni, a partire dalla scuola. Il progetto prevedeva infatti che i ragazzi di alcuni istituti torinesi (elementari, medie e superiori) leggessero e lavorassero sui temi trattati in tre libri: Un giorno un nome incominciò un viaggio, sul tema dell'immigrazione, scritto da Angela Nanetti e illustrato da Antonio Boffa, per i ragazzi più piccoli; Io e gli altri, sulla democrazia, i diritti e i doveri dei giovani cittadini, per i ragazzi delle scuole medie, scritto da Anna Vivarelli; sul tema della violenza domestica, Nemmeno con un fiore, di Fabrizio Silei, per i ragazzi delle superiori.
Nel video, la sintesi del progetto e le interviste agli autori dei libri su cui i ragazzi hanno lavorato, arrivando in conclusione al confronto diretto con gli scrittori.
Ma la Fabbrica delle Storie si è focalizzata anche sul racconto della città, con i suoi molti volti, le sue contraddizioni, le sofferenze, ma anche la bellezza e le proposte. Marco Paolini, Stefano Benni, Gad Lerner e Maurizio Landini sono solo alcuni delle persone che hanno accompagnato questo percorso realizzato grazie alla collaborazione della Libera Università di Anghiari e il contributo della Regione Piemonte.
(video di toni castellano)