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C’è un conflitto che va sostenuto e auspicato con forza: il conflitto delle coscienze inquiete e mai pacificate.
Conflitto dell’interrogarsi, del non dare mai nulla per scontato e del chiedersi sempre, prima di puntare il dito, se il male esiste ance perché lo abbiamo reso possibile, perché troppo spesso ci siamo voltati dall’altra parte inerti o indifferenti.
L’inaccettabile invasione di Putin all’Ucraina nasce da una pace armata: tante erano e in parte ancora sono le guerre nel mondo, ma erano guerre di cui l’Occidente non s’interessava perché non toccavano i suoi interessi o in certi casi li facevano.
Per questo non basta mobilitarsi, protestare contro l’atto di forza russo e mostrare solidarietà verso il popolo ucraino, ingiustamente aggredito.
Bisogna costruire le condizioni per una pace non armata, non contingente, non basata su interessi economici convergenti ma su un’etica globale della condivisione, della corresponsabilità, della fratellanza. Non c’è pace senza giustizia, non c’è vita senza coscienze inquiete, coscienze in costante e fecondo conflitto.
(luigi ciotti - presidente Gruppo Abele e Libera)