Se corruzione è cum-rumpere, ossia spezzare la fiducia sociale che tiene unita e fonda una società, l’impegno degli onesti deve essere orientato a ricucire quello strappo tramite rinnovati percorsi di cor-reponsabilità.
È questo l’impegno fissato dalla Scuola nazionale anticorruzione organizzata da Gruppo Abele, Libera e Master APC di Pisa. Durante la scuola ci faremo molte domande sul come si monitora. Concretamente ci chiederemo come creare un database nazionale sui beni confiscati, completo anche di informazioni sul come vengono gestiti. O come il dato raccolto possa aiutare a migliorare le strategie istituzionali e civiche di assegnazione e gestione dei beni.
Non solo: capiremo come spende, si organizza e prende le decisioni un Ente che ci rappresenta. Ci domanderemo come si fa a leggere un bilancio, come nasce un regolamento comunale, come partecipare alla scrittura dei piani anticorruzione degli enti della nostra zona. Ancora: sappiamo che la difesa dei beni comuni comincia con il custodirli dalle mire e dalle grinfie di mafiosi e corrotti, oltre che dagli sprechi, dalla cattiva gestione, dal rischio di facili privatizzazioni. Ma ci chiederemo come contribuire a illuminare la salute, a vigilare l’ambiente, a fare la giusta attenzione al mondo dell’educazione, ad evitare che l’accoglienza dei migranti diventi un businness per i clan.
Resta infine il vasto mondo dei finanziamenti comunitari e delle grandi opere pubbliche, tema complesso che necessita in “di più” di studio e conoscenza. Ci chiederemo come partecipare dal basso all’intero ciclo delle opere, fin dalla fase di presa della decisione attorno alle stesse, e come chiedere maggiore trasparenza dei fondi che arrivano dall’Europa. A trovare le risposte ci aiuteranno 20 relatori, tra i più esperti in Italia e appartenenti al vasto mondo civico, istituzionale e accademico, a rispondere a questi interrogativi.
(leonardo ferrante, referente del settore corruzione per gruppo abele e libera)
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