Accogliere i bulli per prevenire il bullismo

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Nella Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, l'équipe di psicologi del nostro sportello Accoglienza ci racconta i percorsi di rielaborazione della rabbia per giovani autori di violenze

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Il bullismo è un fenomeno che c’è sempre stato, ma oggi si osserva e si affronta con maggiore consapevolezza. Viviamo un contesto più protettivo nei confronti dei giovani, dove, anche in seguito a dolorosi episodi di cronaca, è maturata l’idea che gli atti di persecuzione o violenza in età adolescenziale non siano semplici “scherzi fra ragazzi”.
La preoccupazione del mondo adulto rispetto al bullismo, di per sé un dato incoraggiante, rischia però di non produrre cambiamenti reali se si limita alla tutela delle giovani vittime. Riservando agli autori e autrici delle violenze uno sguardo puramente stigmatizzante e punitivo.

Per ottenere un cambiamento reale bisogna agire sulla prevenzione, cioè avviare percorsi di elaborazione della rabbia e del disagio coi giovani bulli. Per questo, nei mesi scorsi il Gruppo Abele ha firmato con la Questura di Torino un protocollo per la gestione dei ragazzi e delle ragazze destinatari di un ammonimento per atti di bullismo diretto (atti violenti, cyberbullismo) o indiretto (intimidazione, partecipazione come spettatore alla violenza agita da altri, singoli o in gruppo).
L’ammonimento è un procedimento amministrativo, non penale, che si avvia dietro segnalazione di episodi di bullismo da parte degli adulti di riferimento: genitori o insegnanti dei giovani coinvolti. Questi ultimi, se considerati autori delle violenze, sono indirizzati a un percorso facoltativo di rielaborazione del proprio vissuto e delle cause che hanno scatenato il comportamento persecutorio.

Molti ragazzi e ragazze oggi hanno difficoltà nella regolazione emotiva, faticano a stare in relazione fra pari, hanno problemi di autostima. Spesso chi offende spera di farsi forte delle debolezze altrui di fronte al gruppo. In questo senso le 10/15 sedute di psicoterapia previste dal percorso sono preziose per portare alla luce sofferenze latenti, e prevenire violenze future, anche in età adulta. Non è raro infatti che l’adolescente bullo diventi un uomo o una donna maltrattante.
L’invito al mondo adulto è quello di non sottovalutare i campanelli di allarme, ma esplorare senza timore né vergogna i segnali dei figli o degli studenti. Il comportamento violento è spesso una richiesta disfunzionale di attenzione e aiuto: sta all’adulto dimostrare che questo aiuto si può chiedere in forme diverse, sollecitandolo a propria volta da parte di professionisti come quelli del nostro sportello di accoglienza.

Il bullismo si previene ritagliandosi a ogni costo, dentro una quotidianità sovraffollata di stimoli e impegni, degli spazi di ascolto vero, di confronto senza maschere. Frustrazioni e paure devono trovare dei canali per esprimersi che non siano gli scoppi di violenza.

(équipe di Accoglienza Gruppo Abele)