Ci sono voluti 12 mesi perché la proposta di legge di iniziativa popolare contro il Gioco d’Azzardo patologico venisse discussa in Consiglio regionale, ma pochi minuti per bocciarla. 9 per la precisione, sufficienti alla maggioranza a sostegno del Governatore Piemontese Alberto Cirio per cestinare, nella sua totalità, l’impianto normativo proposto da oltre 40 realtà piemontesi, 21 consigli comunali e sostenuta da 12mila elettrici ed elettori del Piemonte che hanno deciso di firmarla
“Giochiamo la nostra partita”, la campagna lanciata a seguito dell’abrogazione della legge 9/2016 e della sua sostituzione con una norma nata per aumentare l’offerta da gioco nei nostri territori, senza strumenti capaci di tutelare le fasce più deboli della popolazione, nonostante le gravi ripercussioni che questa scelta avrebbe potuto generare.
E così è stato, secondo i numeri. L’attuale legge, approvata a colpi di maggioranza nel luglio 2021, ha nei fatti aumentato l’offerta da gioco nei nostri territori, modificando strumenti introdotti nel 2016 che avevano avuto il merito diminuire la spesa dei piemontesi in video-slot, video lottery, apparecchi da gioco.
Secondo gli ultimi dati della spesa in gioco d’azzardo di Stato del 2022, nel periodo 2020 - 2022 la crescita delle giocate nella nostra regione è aumentato più che in altri territori. Nel 2020, primo anno della pandemia, si è registrata una spesa di 2,42 miliardi di euro per giungere nel 2022 fino a 4,13 miliardi. Un incremento del 70,7%, la percentuale più alta tra tutte le regioni.
Siamo certi che, la liberalizzazione del gioco, voluta dall’attuale maggioranza nel luglio del 2021, abbia determinato questo aumento di spesa.
In questo periodo di forte crisi economica, continuare con una legge che genera questi livelli di spesa per il gioco è da considerarsi una scelta politica miope, incapace di vedere le fragilità di tanti, che si aggrappano al gioco nella falsa speranza di risolvere le proprie difficoltà.
Di fronte a questi volumi di spesa, ci chiediamo per quale ragione la nostra proposta di legge, sostenuta da 40 realtà, 21 comuni, appoggiata da 12mila elettrici ed elettori, sia stata bocciata in 9 minuti.
Come tutti i giorni siamo accanto alle fragilità delle persone e come, insieme, costruiamo percorsi di uscita dalle dipendenze.
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