"Nonostante il loro numero sempre più esiguo i giovani costituiscono un polo d’attrazione irresistibile per i media italiani, tanto che si è ritenuto necessario trovare una categoria più specifica della generalista e già discriminatoria youth gang utilizzata in tutti gli stati occidentali. In Italia si è coniata la dicitura 'baby gang', forse con l’intenzione di suscitare maggiore scandalo richiamando l’accostamento tra innocenza e devianza": su Il manifesto, nella rubrica Fuoriluogo, il commento di Ivan Severi, antropologo dell'Università della Strada del Gruppo Abele, sull'approccio della società e della politica recente alla vita dei giovani, tra giudizio morale e norme sempre più pervasive.