La tutela dei cittadini dal gioco patologico non è una priorità della Regione Piemonte.
La proposta di legge di iniziativa popolare contro il Gioco d’Azzardo è stata discussa martedì in consiglio regionale e in 9 minuti è stata bocciata già al primo punto.
Stessa sorte per la proposta parallela dei Comuni.
L’approccio è stato di totale indifferenza per questa massiccia mobilitazione dal basso, che ha coinvolto singoli cittadini e decine di associazioni del settore sanitario, sociale e della legalità.
La destra può essere indifferente al dolore e all’impoverimento delle famiglie delle persone affette da gioco d’azzardo patologico, ma chi si batte contro la dipendenza da gioco non smetterà di denunciare la crescita della patologia determinato dall’aumento dell’offerta.
Il gioco offline è tornato a crescere in modo sostenuto (+ 43 % a livello nazionale: dai 44 mld del 2021 ai 63 del 2022) mentre il ritmo di crescita di quello online, per la prima volta da quasi 10 anni a questa parte, subisce un forte rallentamento e, dopo un lungo periodo di crescita annuale a due cifre, si assesta su un + 8,8% (da 67 a 73 mld).
Il totale italiano delle somme giocate nell’azzardo di Stato raggiunge la spaventosa cifra di 136 miliardi, somma di gran lunga superiore all’intero costo del Sistema Sanitario Nazionale, oltre il 7% del PIL.
In Piemonte il gioco offline (quello del quale gli apparecchi automatici di gioco – slot e videolottery - costituiscono la voce economicamente più consistente) indica la crescita più alta nella media nazionale; dal 2020, primo anno delle restrizioni pandemiche, al 2022 in Piemonte la spesa del gioco su piattaforma fisica cresce da 2.420 milioni a 4.130 milioni di €, +71%; a livello nazionale la crescita nello stesso arco di tempo si ferma a + 61%.
Tutte le altre Regioni italiane hanno una crescita inferiore al 70%.
Difficile non mettere in relazione questa differenza con il cambiamento normativo “liberalizzatore” intervenuto in Regione a luglio 2021.
Le attività economiche devono essere regolate per non nuocere alla salute e al benessere della popolazione e dell’ambiente.
Se in Piemonte il ritmo di crescita tra il 2020 e il 2022 fosse stato quello nazionale i piemontesi avrebbero speso in apparecchi elettronici di gioco e altri giochi fisici oltre 220 milioni di € in meno.
Anche confrontando il decremento avutosi nel gioco offline tra l’ultimo anno pre pandemico, il 2019, e il 2022, possiamo riscontrare una maggiore diminuzione in Italia (- 14,9%) rispetto al Piemonte (- 9,2%); dove la diminuzione di gioco è stata nettamente inferiore a quella delle Regioni confinanti; Lombardia (- 16,3%), Liguria (- 18,4%), Emilia R. (- 18,7%) e Valle d’Aosta (- 28%).
Possiamo quindi dire, in attesa dei dati di dettaglio sui singoli dispositivi di gioco che saranno pubblicati nel Libro Blu dei Monopoli di Stato, che la Legge regionale 16 del 2021 ha comportato una maggior spesa nel gioco da parte dei piemontesi (come era facilmente prevedibile):
- meno 200 milioni circa di € nelle tasche dei giocatori piemontesi, dei quali 150 “restituiti” come vincite da rigiocare (il gioco fisico fa perdere in media il 25% del giocato);
- più 30 milioni di € all’Erario
- più 20 milioni di € alla filiera commerciale (che ringrazia).
Insomma, in questo aumento di gioco – e di impoverimento - misurato in tempi annuali su numeri impressionanti, un gruppo di cittadini piemontesi, con 40 associazioni e 21 consigli comunali, ha impiegato pochi mesi per raccogliere le 12mila firme che richiedevano una revisione della legge regolatrice dell’azzardo in Piemonte.
Il Consiglio regionale ha calendarizzato in 12 mesi la discussione sulla modifica. Un tempo lungo che indicava altre priorità. E infine l’ha bocciata in 9 minuti.
Altre priorità.
I dati sono stati forniti da Paolo Jarre, già Direttore del Dipartimento “Patologia delle dipendenze” ASL TO3 e Coordinatore dei Servizi per il Disturbo da Gioco d’azzardo del Piemonte 2016-2021
i miliardi di euro spesi nel gioco dai cittadini piemontesi nel 2022.
l'incremento del volume di gioco in Piemonte rispetto al 2020 (media nazionale del 61,4%).
i miliardi spesi dagli italiani nel gioco d'azzardo nel 2022. Pesano come il 7% di Pil.
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