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NotizieI dati sul lavoro. Dopo l'unificazione delle fonti

Dicono i dati relativi al terzo trimestre del 2016 che la crescita totale dell'occupazione, calcolata in 543mila unità, di cui 487mila a tempo indeterminato, sia dovuta quasi completamente all'erogazione degli incentivi pubblici, che cominciano a calare

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Dopo un anno passato a tentare di leggere i dati forniti da fonti diverse sul mercato del lavoro, con confusione e difficoltà, esce, a un anno di distanza dall’accordo del 22 dicembre 2015 sull’unificazione delle fonti, la prima nota trimestrale, firmata congiuntamente Istat, Inps, Inail e ministero del Lavoro.

Finalmente la chiarezza, purtroppo non il lavoro. Dicono i dati relativi al terzo trimestre del 2016 che la crescita totale dell’occupazione, calcolata in 543mila unità, di cui 487mila a tempo indeterminato, sia dovuta quasi completamente all’erogazione degli incentivi pubblici (tra gli 11 e i 18 miliardi in un triennio) dal governo verso le imprese. Incentivi che cominciano a calare, con l’effetto di diminuire l’occupazione e aumentare i contratti precari.

L’analisi in dettaglio è utile per comprendere altre due informazioni importanti. La prima: sono sempre meno occupati gli under 35. Rispetto al 2015 calano dello 0.6%. Circa 55mila persone in meno.
La seconda: lavorano di più gli over 50. Cresciuti di 344mila unità (+4,6%) rispetto al terzo trimestre 2015. L’effetto di questi numeri è riconducibile ala riforma Fornero che ha allungato i requisiti di età per il pensionamento limitando l’ingresso sul mercato del lavoro dei più giovani.
Giovani tra i quali aumenta anche la disoccupazione: + 6.6%, quasi un milione e mezzo di under 35 in cerca di lavoro. Diminuiscono però gli inattivi, del 2.9%. Segno che coloro che avevano meno fiducia stanno riacquisendola, sebbene ingrossino le fila di chi sta cercando un impiego.
Non si ferma invece l’ascesa dei voucher: 121 milioni venduti nei primi dieci mesi del 2016, 88 milioni usati, pari allo 0,23% del costo del lavoro totale in Italia. Si calcola che se i voucher fossero tradotti in contratti full time ci sarebbero 47 mila lavoratori a tempo pieno in più.
La buona notizia riguarda il settore femminile. Cresce il numero delle donne che lavorano. 13mila in più rispetto allo stesso trimestre del 2015. Mentre gli uomini, nello stesso periodo, calano di 28mila. Sui 239 mila nuovi occupati, citati prima rispetto al 2015, l’80% è donna.
Infine, sono aumentati gli infortuni. Nel terzo trimestre 2016 l’Inail ne ha registrati 137mila (+1,1%). Una crescita spiegabile con l'aumento dell’occupazione e la maggiore esposizione al rischio.

(toni castellano)

In questo articolo Giovani, Lavoro

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