La diciassettesima edizione del Rapporto sui diritti globali mette in primo piano il tema dell'ambiente e della sua tutela. Il titolo è Cambiare il sistemae il riferimento è al sistema umano e a come questo strumentalizzi quello naturale e tutti gli altri per asservirli alle necessità, molto spesso superficiali, dell'economia e del denaro.
Il documento, curato da Società INformazione Onlus, pubblicato da Ediesse e promosso dalla Cgil, vede l'adesione di numerose associazioni italiane impegnate sui diritti, quali Antigone, Action Aid, Arci, Cnca, Fondazione Basso, Gruppo Abele, Legambiente e Rete dei Numeri Pari, e sottolinea i vincoli, non più celati, tra finanza, politiche globali, guerre e migrazioni.
È suddiviso in quattro macro-capitoli: economia, finanza e lavoro (con un focus dedicato alla Green New Deal); politiche sociali (il focus concerne la questione del reddito di base, con un’utile panoramica delle sperimentazioni a livello mondiale); internazionale, diritti e conflitti (con un approfondimento che analizza il mercato degli armamenti e le nuove tecnologie belliche); ambiente e beni comuni (centrato sulla questione dell’inquinamento da plastiche).
Si tratta di uno studio unico a livello internazionale, che propone un’analisi approfondita tanto dei processi economici e finanziari, quanto di quelli politici e sociali in svolgimento sul teatro mondiale, avendo particolare attenzione alla loro interdipendenza e alle problematiche che ne derivano rispetto al mondo del lavoro e del governo del territorio, nonché sul piano dei diritti umani, sociali e politici, fino all’impatto con i temi del quadro geopolitico mondiale e i relativi conflitti, delle questioni ambientali su scala nazionale e internazionale.
Il Rapporto mette insieme veri e propri cataclismi quali il diboscamento, avvenuto nel 2019, di aree amazzoniche pari a 2.250 chilometri quadrati di foresta pluviale; gli incendi che hanno colpito la Siberia, provocando, stima Greenpeace Russia, 166 milioni di tonnellate di anidride carbonica; e il più recente rogo australiano con la lentezza decisionale e complice della politica del galleggiamento, o peggio della corsa al centro. Direzione unica che in Italia e nel mondo ha finito per tagliare fuori centinaia di migliaia di elettori dal sistema del voto, avviando una stagione di successi per la parte più piatta della rappresentanza: i populismi.
Ma non solo, insieme al voto per chi urla di più, il Rapporto descrive il contemporaneo sviluppo di un insieme di movimenti che aspirano a declinare insieme la rivendicazione della giustizia climatica con quella sociale: Friday for Future e Extinction Rebellion sono solo due esempi di una scossa che è nata nel mondo dei più giovani. “Le nuove generazioni hanno la perfetta consapevolezza che il futuro si conquista oggi – ha spiegato, durante la presentazione del Rapporto, Sergio Segio, il curatore - Grazie a questi movimenti e alle ricerche degli scienziati è cresciuta la consapevolezza della gravità della situazione, ma è sotto gli occhi di tutti anche la lentezza della politica”. Anche per questo il titolo, Cambiare il sistema, va letto in chiave esortativa.
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