NotizieAdesso è ufficiale: in Emilia Romagna medico di base per i senza fissa dimora

Il consigliere Antonio Mumolo, che è anche presidente dell'associazione Avvocato di strada, definisce la norma "una rivoluzione" perché finalmente garantisce un diritto, quello alla salute, che "non può essere negato ad alcuno"

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Antonio Mumolo, presidente dell'Associazione Avvocato di Strada e consigliere regionale dell'Emilia Romagna, l'ha definita così: “rivoluzione”. Rivoluzione, in questo caso, è l’approvazione - ve ne avevamo parlato già qualche tempo fa -, della prima legge regionale in Italia che garantisce ai senza fissa dimora l’assistenza del medico di base.

Emilia Romagna dunque apripista nazionale di una riforma che, se diffusa, potrebbe garantire dappertutto un diritto necessario e che, spiegata proprio con le parole di Mumolo, è figlia di “un impegno corale, di una condivisione di ideali e progetto, di un proficuo confronto con i dirigenti dei settori Sanità e Welfare e del prezioso sostegno dell’assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini e della vicepresidente della Regione Elly Schlein”.

La neonata legge permette di superare gli ostacoli posti dall’articolo 19 della legge 833/1978, che prevede che chi è privo di residenza abbia sì diritto alle prestazioni mediche emergenziali (come per esempio l’accesso al pronto soccorso), ma non al medico di base, in quanto non presente nelle liste anagrafiche e dunque privo di residenza.
Come? La scelta del medico di medicina generale ha validità annuale e viene attestata attraverso il rilascio del promemoria di iscrizione del Servizio sanitario regionale da parte dell’anagrafe sanitaria. Per ottenerlo, la persona senza dimora dovrà recarsi all’anagrafe sanitaria con un modulo rilasciato dai Servizi sociali del Comune che attesti il possesso dei requisiti richiesti, presentando documento di identità, codice fiscale e l’estratto dell’atto di nascita. Saranno i Servizi sociali dei Comuni a prendere in carico i cittadini aventi diritto e a seguirli negli adempimenti necessari per l’iscrizione e la scelta del medico, in collaborazione anche con i servizi sanitari e le realtà del Terzo Settore impegnate in attività a favore delle persone fragili. Successivamente, l’Anagrafe regionale assistiti includerà le persone che effettueranno la scelta del medico di base come domiciliati esterni a scadenza, regolarizzandone la posizione non appena otterranno l’iscrizione all’anagrafe.

“Il diritto alla salute – chiosa Mumolo – è un diritto fondamentale che non può essere negato ad alcuno. Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo e per la quale ogni giorno lavoriamo. Adesso, auspichiamo nell’emulazione da parte di altre regioni e nel raggiungimento di una norma nazionale”.

(Marika Demaria, giornalista freelance, referente comunicazione Università della Strada Gruppo Abele)

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