“Io non ho perso niente. Sono gli altri che hanno perso me”. Quando Yassine racconta la sua storia al nuovo sportello sociale di orientamento del Drop in del Gruppo Abele, attivo dalla prima settimana di maggio ogni martedì dalle 9 alle 12, lo fa compostamente anche se con gli occhi velati di un filo di rabbia. La sua vita non è più quella degli anni in cui, certo non senza fatica, si era costruito una sua attività commerciale, messo su famiglia, comprato due macchine e coltivato l’ambizione di espandersi in Germania. Rimasto solo, con il castello di sogni finito in macerie, la cocaina e tante bottiglie come palliativi al dolore, ha scelto i portici della periferia nord di Torino come tetto, la strada come casa.
Rifiuta i lavori in nero, che considera umilianti; rimanda al mittente i prestiti di suo fratello “che mi aiuta ma alle sue condizioni”. Dice, lucidamente, di “non voler essere ricattato”, di avere il diritto “di ricominciare”.
Ioana, la responsabile del Drop in, lo ascolta. Yassine la chiama Anna, le chiede una sigaretta e lei sorride. Se gli chiedi cosa intende, allora, per “ricominciare”, ci pensa, fa spallucce e dice solo “la vita”. Come se il suo tempo si fosse rotto e, paziente come un orologiaio, stia cercando il modo di aggiustarlo. Insieme a Ioana e a tutti gli operatori che, da tempo, costruiscono uno spazio in cui si possa ritrovare dignità e speranza: ascoltando, indirizzando, o anche soltanto, certe mattine d’inverno, con la consolazione di un caffè.
Da maggio, lo sportello sociale del Drop in è attivo ogni martedì e integra il lavoro di accoglienza, ascolto e counseling, oltre che di distribuzione di beni di prima necessità e materiale sterile, nell'ottica della riduzione del danno. Supporto e beni destinati a persone senza dimora con problemi di dipendenza.
Operatrici e operatori che tutti i lunedì, da anni lavorano in Drop in, raddoppieranno lo sforzo accogliendo le necessità delle persone anche il martedì attraverso il nuovo sportello sociale di orientamento. Insieme a loro, fondamentale per garantire il servizio e l'ascolto è l'aiuto dei volontari che supportano l'equipe.
Lo sportello rientra nel progetto PIS2 Intrecci-oltre la Dora, che nasce dall'osservazione del reale aumento della condizione di povertà dei cittadini del quartiere Barriera di Milano a seguito della pandemia da Covid e mette a sistema l’azione delle tante associazioni ed enti del privato sociale che operano in zona.
Intrecci oltre la Dora è: Gruppo Abele, Liberitutti, Bagni pubblici Via Agliè, Fondazione Mamre, Torino Solidale con gli snodi di Anatra Zoppa e Pablo Neruda, Educamondo, Exar, associazione Yawp Seed, Karibù open, Comitato sviluppo di Barriera, Il nodo.