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Il Cartello di Genova: sulle orme di don Gallo propone un seminario allo scopo di riaccendere i riflettori sulla questione droga. L’incontro si terrà il 28 gennaio a Torino, presso la Fabbrica delle “e” del Gruppo Abele.
Il Cartello è costituito da un gruppo di associazioni che a vario titolo si impegnano sulla complessa e vasta area delle tematiche sottese al consumo e all’abuso di sostanze psicoattive e che sono concordi nello sviluppo di iniziative di sensibilizzazione, di advocacy e di proposte in grado di rendere più efficace l’azione di contrasto, di prevenzione, di cura e di riduzione del danno sia sul piano dell’offerta che della domanda di prodotti naturali e sintetici.
Da ormai più di 7 anni non viene convocata la Conferenza Nazionale sulla droga, prevista per legge con cadenza triennale, che ha lo scopo di fare periodicamente il punto della situazione rispetto a un fenomeno caratterizzato da continui e veloci cambiamenti che richiedono la capacità di saper riadattare o modificare di volta in volta le risposte più adeguate. La Conferenza interpella tutti i tecnici e gli esperti del settore, le associazioni degli operatori, dei familiari ed anche dei fruitori dei servizi con lo scopo di fornire al Parlamento tutti i dati necessari per le valutazioni in merito anche ai cambiamenti di natura legislativa.
Attualmente al Dipartimento Nazionale Antidroga, direttamente alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, manca il riferimento politico (un ministro, un sottosegretario) a cui potersi rapportare per presentare richieste e iniziative, segnalare disfunzioni di sistema che vanno corrette con urgenza e soprattutto instaurare un’interlocuzione in grado di ricevere delle risposte. Al Dipartimento nazionale è stato nominato un referente tecnico (la dott.ssa Patrizia De Rose) ma anche a lei “manca” il decisore politico a cui riferirsi, per cui la stragrande maggioranza delle questione di rilievo che le vengono sottoposte rimangono inevase in quanto di competenza politica.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha abrogato le parti più repressive della Fini-Giovanardi, si è tornati alla vecchia legge del 1990, la Vassalli-Iervolino, che appare ormai datata rispetti ai molti cambiamenti intervenuti da allora nel mondo della droga, ed anche il “rabbercio” con cui è stata raccordata alle parti della Fini-Giovanardi ancora in vigore, lascia molto a desiderare. La rivoluzione dei consumi avvenuta con le “droghe prestazionali” e tutto ciò che ne è conseguito, merita un necessario aggiornamento degli strumenti con cui affrontare il fenomeno, così come si impongono rinnovate riflessioni in tema di guerra alla droga rispetto a come è stata intesa e voluta negli ultimi due decenni nell’applicazione delle Convenzioni internazionali e soprattutto rispetto ai suoi scarsi risultati e ai molti danni collaterali causati.
A questo proposito la scadenza dell’Onu, che ad aprile del 2016 discuterà anticipatamente (su richiesta degli Stati latino-americani) la strategia internazionale di contrasto al fenomeno, deve poter prevedere una posizione italiana che non solo prenda le distanze dalla gestione Giovanardi-Serpelloni, che in chiave nazionale hanno inteso il contrasto alla droga come la guerra alla Riduzione del danno, ma che riallinei l’Italia sulle posizione europee, sulla politiche dei quattro pilastri, e della difesa e del rispetto dei diritti umani, mostrando un interesse alle coraggiose sperimentazioni innovative in atto non solo in America, ma anche in Europa.
L’appuntamento del 28 gennaio vede riunite le seguenti associazioni: Antigone, CGIL, San Benedetto al Porto, CNCA, Coordinamento garanti dei detenuti, COBS – Coordinamento Operatori Bassa Soglia Piemonte, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Gruppo Abele, Isola di Arran, Itaca, ITARDD-Coordinamento riduzione del danno Italia, LegaCoopsociali, LILA, MD – Magistratura Democratica. Come già avvenuto a Milano nel novembre scorso, l’intenzione consiste nel riaprire un confronto a tutto campo con operatori, esperti, consumatori, per capire come meglio e con più efficacia portare avanti alcune istanze che non possono più essere ignorate e rimosse se non a scapito dell’intera situazione e dello stato dei servizi.
(leopoldo grosso, presidente onorario del Gruppo Abele)