
Dal 17 al 23 di gennaio don Luigi Ciotti ha effettuato un viaggio in Messico per conoscere le realtá che in questo Paese stanno condividendo esperienze e cammini con il Gruppo Abele e con Libera. Emiliano Cottini, operatore della nostra associazione che vive e lavora in Messico da quattro anni, lo ha accompagnato e ci propone nelle righe che seguono un resoconto degli incontri e momenti piú significativi.
Lunedí 18. Siamo partiti all’alba per Cuernavaca, a due ore di macchina da Cittá del Messico nello Stato di Morelos, uno dei piú violenti e insicuri del Paese. Presso il Museo di Arte Indigena Contemporanea dell’Universitá Autonoma, don Ciotti ha partecipato al lancio della campagna “Mexico por la Paz” insieme alle associazioni che fanno parte della Red Retoño (germoglio), la “rete antimafia” messicana nata con il sostegno di Libera per arginare e prevenire, dalla societá civile, il crimine organizzato e la corruzione.
L’incontro é proseguito con un dibattito moderato da Carlos Cruz, fondatore dell’associazione Cauce Ciudadano, nel quale don Ciotti e Javier Sicilia, letterato e noto attivista nel movimento messicano dei familiari delle vittime (nonché familiare di vittima lui stesso), hanno dialogato e risposto alle domande dei presenti sui temi dell’antimafia sociale, della legge sulla confisca e uso sociale dei beni dei mafiosi e sulla creazione di reti, anche a livello internazionale, per far fronte all’internazionalizzazione delle mafie.
In serata, rientrati a Cittá del Messico, abbiamo tenuto una riunione e abbiamo cenato con i membri della Red Retoño. La riunione é stata genuina e del tutto informale, come del resto tutte quelle dei giorni seguenti. Come in una grande famiglia allargata che si riunisce sporadicamente, tutti i presenti hanno colto l’opportunitá per conoscersi un po’ meglio e per condividere le esperienze, le speranze e le difficoltá dei loro differenti contesti di vita e di lavoro.
Martedí 19. Mattina, nella sede dell’associazione Cauce Ciudadano a Cittá del Messico, don Ciotti ha incontrato il gruppo dei Jovenes Constructores de Paz (Giovani Costruttori di Pace), ragazzi che si dedicano ad attivitá di prevenzione sociale del crimine organizzato nei quartieri dove vivono, con il sostegno e l’accompagnamento delle associazioni Cauce Ciudadano, Marabunta e Barrio Activo. Rispondendo a una delle molte domande sulla possibilitá di replicare in Messico l’esperienza di Libera, don Ciotti ha detto a un giovane che malgrado l’oggettiva ed estrema gravitá della situazione, il loro impegno e il loro coraggio sono il segno tangibile che il Messico ce la fará ad uscirne.
Nel pomeriggio dello stesso giorno don Ciotti é stato intervistato per il canale CNN dalla giornalista messicana Carmen Aristegui, mentre in serata ha partecipato ad un incontro pubblico presso l’Istituto Italiano di Cultura insieme a Paolo Pagliai, docente e animatore di Libera Universitá in Messico, all’Ambasciatore d’Italia e altri rappresentanti e membri della comunitá italiana in Messico.
Mercoledí 20. Mattina, abbiamo assistito alla celebrazione del Memoriale del New’s Divine, una discoteca per adolescenti in un quartiere periferico di Cittá del Messico, dove 8 anni fa, durante un’operazione di polizia ingiustificata e mal condotta, persero la vita 9 ragazzi e 3 agenti. Nel luogo dove sorgeva la discoteca oggi é stato costruito uno spazio dedicato alla memoria e all’animazione sociale, che in occasione della celebrazione era gremito di gente. C’erano i genitori e familiari delle vittime, le associazioni che li accompagnano nella loro richiesta di veritá e giustizia, la stampa e le televisioni, rappresentanti del governo del Districto Federal (Cittá del Messico) e delle istituzioni preposte alla tutela dei diritti umani. Siamo rimasti in piedi in fondo alla sala, abbiamo visto un video con le immagini di quel pomeriggio e la ricostruzione minuziosa dei fatti e abbiamo ascoltato gli interventi al microfono. Alla fine della cerimonia, avendo comunicato dal giorno prima che non riteneva opportuno prendere la parola, don Ciotti ha incontrato i genitori delle vittime ai quali ha portato l’abbraccio e la vicinanza di Libera e dei familiari delle vittime italiane.
Nel pomeriggio, ancora una volta nella sede di Cauce Ciudadano, don Ciotti ha incontrato un gruppo di circa 50 familiari di desaparecidos (sequestrati). Il dato ufficiale, che il governo “é costretto” ad ammettere, parla di circa 26.000 persone sequestrate e mai piú ritrovate negli ultimi 8 anni. I familiari delle vittime sono concordi peró nell’affermare che la cifra reale é molto piú alta, visto che almeno il 60% dei sequestri non sono denunciati. Le storie che i familiari raccontano con la voce che spesso si rompe nel pianto, hanno protagonisti differenti: ragazze giovani, ingegneri civili, commercianti, poliziotti federali, braccianti, esperti in telecomunicazioni o studenti, tutti scomparsi in circostanze e per ragioni (apparentemente) diverse tra loro. Ció che invece tutte le storie hanno chiaramente in comune é l’inefficienza, la collusione o addirittura l’implicazione diretta delle autoritá di pubblica sicurezza nei rapimenti. Anche se agli abitanti di altre Nazioni puó sembrare poco credibile, in Messico quest’ultima affermazione é purtroppo da considerarsi un dato di fatto. Vista l’inattivitá degli organi inquirenti, i familiari delle vittime iniziano a cercare da soli la veritá, svolgono vere e proprie inchieste e indagini private che mettono a repentaglio la loro incolumitá, certi gruppi di familiari eseguono scavi alla ricerca di ossa seppellite nelle fosse comuni, che poi cercano di identificare. Con queste ed altre modalitá dettate della disperazione, i familiari riescono a mettere insieme prove, che benché non possano essere prodotte in un eventuale giudizio perché non raccolte secondo le prescrizioni della legge, dimostrano appunto la partecipazione a vario livello di settori statali corrotti nei sequestri dei loro cari.
Oltre alla veritá e alla giustizia, i familiari delle persone scomparse in Messico chiedeono anche rispetto, se non da parte delle istituzioni, almeno dalla societá civile. Molto spesso, ci dicono, anche all’interno della loro stessa famiglia, si sentono rivolgere frasi come “... se l’hanno sequestrato, significa che qualcosa avrá fatto ...”, o quando fanno delle manifestazioni ricevono insulti dai passanti e dagli automobilisti per i disagi creati al traffico. E i racconti di chi fra di loro ha partecipato alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in Italia, sul tipo di accoglienza e sull’attenzione ricevuta dalla manifestazione nelle varie cittá, hanno purtroppo acuito il senso di frustrazione e di abbandono vissuto dai familiari delle vittime messicane, che affermano di ricevere maggior sostegno a livello internazionale che dalla propria nazione.
Nella nottata fra mercoledí e giovedí da Cittá del Messico ci siamo spostati nello Stato di Oaxaca, uno dei piú poveri del Paese, nel quale il Gruppo Abele lavora da oltre quattro anni insieme all’associazione SiKanda, promovendo progetti in collaborazione con gruppi sociali in condizione di vulnerabilitá, come le persone che vivono e lavorano nelle discariche di rifiuti.
Giovedí 21. Ci siamo recati a Huajuapan de León (regione Mixteca, Stato di Oaxaca), dove da 2 anni collaboriamo con i riciclatori di rifiuti, il Municipio e l'Università della Mixteca. Il progetto di promozione del "riciclaggio inclusivo" che stiamo realizzando ha come obiettivi il miglioramento del riciclaggio dei rifiuti organici mediante l'introduzione della lombricoltura e del compostaggio, il miglioramento delle condizioni lavorative dei riciclatori di rifiuti, la formazione del personale del Comune su diritti umani e diritti del lavoro e la sensibilizzazione della società civile per il miglioramento della coesione sociale.
L'incontro con i riciclatori avvenuto nella discarica è stato molto significativo. Le loro storie, il loro lavoro e la loro dignità sono la linfa vitale del progetto. don Ciotti li ha ringraziati, dopo essersi lungamente intrattenuto con loro, mentre a turno gli spiegavano il funzionamento della discarica mostrandogli le varie fasi del lavoro che essi vi svolgono.
Venerdí 22. Aabbiamo visitato la zona della discarica di Oaxaca (capitale dello Stato omonimo), dove SiKanda e il Gruppo Abele realizzano progetti nelle scuole e nelle comunitá locali. Complessivamente, nella zona geografica di riferimento risiedono oltre 15.000 persone, la maggioranza delle quali vivono in condizione di povertá estrema in favelas con alta densitá abitativa, alti indici di violenza e insicurezza e nelle quali sono assenti servizi essenziali come l’acqua corrente, la rete elettrica e quella fognaria. Le scuole presentano gravi carenze infrastrutturali e forte deficit nell’efficienza educativa. Molti dei bambini che le frequentano, per sostenere il reddito familiare, sono obbligati a lavorare raccogliendo e rivendendo materiali riciclabili nell’area della discarica.
Siamo stati ricevuti in due scuole e in un centro di animazione col quale collaboriamo da oltre due anni. Don Ciotti ha stretto la mano di ogni bambina, bambino e insegnate, si é seduto nei banchi con gli studenti parlando e scherzando con loro e ha posto ai docenti domande sul funzionamento della scuola e sulle difficoltá legate all’estrema vicinanza con la discarica. Gli operatori del centro di animazione ci hanno presentato le varie attivitá che svolgono sia con i bambini che con gli adulti basate sull’alfabetizzazione, l’informatica, la mediazione dei conflitti e la riduzione e prevenzione della violenza.
Il pomeriggio é stato dedicato alla visita del centro di formazione di SiKanda e a una riunione con gli operatori di SiKanda e Cauce Ciudadano a Oaxaca.
Nel complesso quelle trascorse in Messico insieme a don Ciotti sono state giornate intense, quasi frenetiche, ricche di incontri e di stimoli positivi, ma anche colme di emozioni forti che non é stato facile gestire sul momento e che richiedono tempo (o forse no ?) per essere assimilate.
(emiliano cottini - Cooperazione Internazionale)