Pancia di cartone, capelli a riccioli di carta con cappelli di spago; occhi verdi, nasini di sughero, qualche baffo dalla foggia originale a coprire labbra d’ogni colore. Sono bellissimi i pacifici, questo popolo di minuti che abita discretamente una fetta della sede del Gruppo Abele: piccole donne e piccoli uomini costruttori di pace, simboli fragili e potenti contro ogni guerra, creati da mano di bambini per scagliare sul mondo, nel mondo, per il mondo, messaggi dirompenti. Perché schierarsi contro la guerra immaginando mondi di pace non è restare a guardare, subire propaganda e accodarsi all’inerzia della speranza che tutto passi il prima possibile. Servono corpi che proteggano, occhi capaci di guardare e guardarsi, mani operanti, voci per testimoniare.
Eccolo, quindi, il senso del progetto La Carovana dei Pacifici, nato da un’idea del mastro giocattolaio ravennate Roberto Papetti e coltivato negli anni con l’insegnate Luciana Bertinato e la scrittrice Emanuela Bussolati (dalla loro collaborazione è nato anche un libro, edito da Carthusia): dare forma ai gesti, ai colori, finanche alle smorfie di chi in guerra, per scelta o per catastrofe, ci si trova nel mezzo.
Esserci, in questo cammino fatto di tante persone, per noi è stata una normale conseguenza. A partire dal lavoro fatto da Papetti, abbiamo incontrato più di mille tra bambine e bambini, ragazze e ragazzi nelle scuole, ragionando del furore che porta con sé la guerra senza rinunciare però ad accendere le luci sull’importanza dei gesti attivi di pace e di chi li compie. Incontri durante i quali, poi, sono stati creati quei corpi di cui abbiam detto all’inizio. Con loro abbiamo sovvertito i canoni della narrazioni ufficiale che si sta facendo del conflitto bellico, scartando luci e rumori di guerra e riportando al centro il significato dell’essere pacifici e su come ciascuno abbia la possibilità di esserlo con i propri gesti, nel quotidiano di una parola, di una mano tesa, di un’azione non necessariamente eclatante.
I pacifici saranno parte essenziale della mostra ARTE-fatti fi pace. Fantasia, creatività e colore per riflettere sulla pace che sarà inaugurata al Gruppo Abele il prossimo 13 maggio. All'interno della mostra saranno esposti i lavori realizzati nei percorsi nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di secondo grado partecipanti alle attività dei progetti E se diventi Farfalla e Futurama, selezionati dall’impresa Sociale con i Bambini. La mostra sarà arricchita dalla partecipazione del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli e con l'istallazione La moltitudine migrante degli ABI-TANTI, realizzata nell’ambito di un percorso avviato nel 2000 che ha coinvolto migliaia di bambini e adulti sul territorio nazionale ed europeo.
Sarà inoltre presente una rappresentanza dell'istallazione di Antonio CatalanoI Popoli!, creature di varia altezza realizzate con legno, foglie, semi, assemblate di vecchi cassetti vuoti, spesso materiali o oggetti trovati sul posto, riempiti dall’artista di emozioni e memorie.