14.02.2019 | Ansa
"Oggi c'è una democrazia molto pallida nel nostro Paese, e c'è anche, in gran parte, un tradimento della nostra Costituzione". A dirlo è stato il fondatore di Libera e Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, intervenendo in apertura dell'ultima giornata del 28/o congresso della Fnsi, a Levico Terme, in Trentino. "Il mio contributo - ha aggiunto, rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala - è fatto di rispetto ma anche di sana preoccupazione: le parole e le immagini sono azioni, e quindi responsabilità. Siamo chiamati tutti a guardare alla nostra etica professionale, e l'etica deve fare da sfondo alle nostre scelte, ai nostri impegni, alla nostra professionalità. Perchè una democrazia sta in piedi e progredisce solo se costituita da cittadini informati e desiderosi di conoscere". "É importante sottolineare con gratitudine - ha aggiunto -che il giornalismo è sorgente di democrazia. L'informazione gioca un ruolo importante nella formazione delle coscienze. Deve essere libera, pluralista, rigorosa".
Fnsi: don Ciotti, social strumento formidabile potere
"I social sono uno strumento formidabile di consenso, quindi di potere, su cui si sono buttati i politici più scarsi e spregiudicati, per raggiungere un rapporto diretto, riducendo le persone a fan, scavalcando i tempi e i modi della democrazia". A dirlo è stato don Luigi Ciotti, al congresso della Fnsi a Levico Terme, in Trentino. "Lo vedo - ha proseguito - nei ragazzi. La democrazia procede a forza di sondaggi, magari pilotati, senza alcuna idea e disegno, lasciando che sia il consenso a decidere la direzione. Questa è la morte della politica, quella vera, e il via libera agli spacciatori di slogan, esperti di illusioni". "La democrazia plebiscitaria - ha aggiunto - rischia di diventare la via all'ingiustizia. Il futuro ci chiede di andargli incontro, non di attenderlo, non arroccati nelle ansie, nelle paure, nelle fatiche. Le leggi devono promuovere la giustizia sociale e non la discriminazione. Non possiamo continuare a tollerare un sistema nel mondo in cui le cose contano più delle persone".