Nel 2015 hanno giurato sulla Costituzione italiana 178 mila stranieri, un numero superiore a quelli sbarcati sulle nostre coste (154 mila). A dispetto della tanto sbandierata emergenza migranti, i numeri della
Fondazione Ismu (Istituto per lo studio della multietnicità) ci raccontano una realtà molto diversa: sono più numerosi i migranti che acquisiscono la cittadinanza italiana rispetto a quelli che arrivano via mare. Il dato non è banale se si considera che a chiedere la cittadinanza sono persone che hanno un lavoro, pagano le tasse, si sentono integrate e hanno scelto di trascorrere il resto della loro vita nel nostro Paese.
Il report Ismu sottolinea inoltre che il numero dei nuovi cittadini cresce stabilmente ormai da qualche anno: si è passati da 100 mila nel 2013 a 130 mila nel 2014, registrando un +37% solo nel 2015. L’analisi dei dati è interessante sia a livello anagrafico che territoriale: più di un nuovo cittadino su tre ha meno di 18 anni ed è concentrato soprattutto nel Nord Italia. Al primo posto tra le regioni che hanno nuovi italiani c'è infatti la Lombardia (più di 45mila acquisizioni nel 2015), seguita dal Veneto (25.800 nuovi cittadini) e dall’Emilia Romagna (22.500 nuovi italiani).Inoltre, almeno in questo settore, il confronto tra Italia ed Europa sembra premiare il nostro Paese: mentre in Italia le acquisizioni di cittadinanza aumentano, nel resto dell’Europa diminuiscono. I dati Eurostat ci dicono infatti che nel 2014 hanno ottenuto la cittadinanza di uno degli Stati Membri 890mila cittadini stranieri, segnando un -9% rispetto all’anno precedente. La diminuzione più alta si registra nel Regno Unito (-82mila rispetto al 2013), in Spagna (-20 mila), Belgio (-16 mila) e Grecia (-8.600).
(valentina casciaroli)