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I ragazzi di Coast to Costa sono vicecampioni under 15 della Costa d'Avorio, sconfitti in una finale giocata nella bufera. Un risultato che nessuno si aspettava

di Piero Ferrante
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Fossimo una testata di quelle sportive, questo pezzo sarebbe da titolare così: "Proprio come il Calais nel Duemila".
I romantici del calcio la ricorderanno di certo l'epopea minima da Finis Terrae francese interrotta un passo prima di farsi epica: quella che racconta di una squadra di operai, pescatori e impiegati del Nord della Francia, per diletto calciatori, che dopo una cavalcata sportiva contro ogni pronostico, persero all'ottantanovesimo minuto la finale di coppa di Francia contro il ben più blasonato Nantes (dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo e per colpa di un rigore sospetto). Era il 7 maggio 2000, allo Stade Saint-Denis di Parigi c'erano decine di migliaia di persone ad assistere all'evento e a Calais quella partita nessuno la dimenticherà mai.  

Ma non siamo una testata sportiva, ci tocca più sobrietà anche se, ora, un giorno da cerchiare in rosso per meriti sportivi l'abbiamo anche al Gruppo Abele ed è il 16 luglio del 2023. I protagonisti sono i ragazzi di Coast to Costa: un manipolo di cestisti under 15 che, dopo aver vinto a giugno il campionato regionale del Sud Comoè, lo scorso fine settimana si sono fermati a un soffio dal titolo di categoria della Costa d'Avorio, dopo aver perso di pochissimo l'ultimo inconto nel mezzo di una bufera di pioggia

Un risultato arrivato con merito e un po' fortuna, alla fine di due giorni in cui la selezione di Coast to Costa ha superato il girone eliminatorio e poi lo scoglio della semifinale grazie alla squalifica della squadra avversaria. Un risultato inatteso perché nemmeno un anno fa i ragazzi della Communauté Abel si allenavano in condizioni limite, senza un campo vero, col fil di ferro al posto dei canestri, immaginando linee di fondo o tracciandole di volta in volta: nella polvere colla secca, nel fango con la pioggia.
Poi, a settembre 2022, anche grazie ai 4mila e 400 euro raccolti con il crowdfunding ideato da Filippo Amari, Emiliano Cottini e Leone De Vita e portato avanti dal Gruppo Abele con la Mens Sana Basketball Academy e l'associazione senese Corte dei Miracoli, la svolta. Prima un camp estivo a Grand Bassam, poi la posa del campetto, infine la nascita di una selezione strutturata allenata da coach Alpha.

La rivoluzione in dodici mesi. Perché Africa non è, come genericamente s'immagina, fame: è anche talento, lavoro, classe. Nemmeno in Africa la povertà è una componente strutturale dell'essere umano, ma solo la causa che lo mortifica e che rischia di uccidere ogni possibilità

Parola di Filippo Amari che a Korogò si è guadagnato i galloni di "Presidente". Ma più che presidente, Filippo è il cuore pulsante di Coast to Costa: per esserci è partito dalla Toscana, poi a Grand Bassam ha noleggiato un furgone per tutta la squadra, percorso con i ragazzi 500 chilometri a una media dei 70 orari. Andata. E ritorno. Da Korogò ha mandato foto, scritto messaggi, inviato aggiornamenti continui fino all'ultimo, il più bello, stamattina, che più o meno dice così: 

Abbiamo perso, eppure non ci sentiamo sconfitti. I ragazzi sono felici come se avessero vinto. Anzi, si sentono un pochino a loro volta vincitori.

Proprio come quella volta del 2000, a Parigi, gli eroi involontari del Calais. 

Leggi il racconto dell'impresa su OKSiena

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