È uno degli argomenti di cui in Italia siamo apparentemente molto esperti. Dai bar ai talk show, dai palazzi governativi ai vicoli di paese passando per i social: l’immigrazione è argomento alla portata di tutti.
Massimo Introvigne, sociologo torinese, direttore del CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni, ha presentato recentemente - a Roma alla Camera dei Deputati e a Torino presso la sede del Consiglio Regionale – una ricerca sull’immigrazione percepita. Ossia l’immigrazione costruita dall’immaginario sociale.
Il campione alla base dell’indagine è piemontese. Le domande sono semplici. I risultati interessanti: “più della metà degli intervistati pensa che gli immigrati nella regione siano più del 20%, esattamente il doppio di quanti sono in realtà, 10%. Più interessante ancora è che oltre l'80% degli intervistati pensa che in Italia la maggioranza degli immigrati sia di religione musulmana, mentre in realtà gli immigrati musulmani sono il 32% contro un 54% di cristiani”, ha spiegato Introvigne.
La ricerca è un estratto dal Rapporto statistico annuale sulla presenza di minoranze religiose in Italia. Rapporto che valuta in 853 la stima di questi gruppi, equivalenti al 3,2% dei cittadini. In crescita rispetto al 2,9 del 2015. In altre parole, il 96% della popolazione non ne fa parte, sono cattolici oppure atei.
Una particolare attenzione di questi tempi è dedicata agli immigrati musulmani. Minoranza che il Rapporto stima, tra l’altro, in calo. Precisamente: “Fra gli immigrati i cristiani sono il 53,8 per cento, mentre i musulmani sono il 32 per cento. Visto che questi dati l’anno scorso erano pressappoco uguali, significa che più immigrati arrivano in Italia e più la percentuale dei cristiani sale”.
Dopo la Brexit e la più recente campagna elettorale americana, anche in Italia abbiamo imparato a utilizzare l’espressione “fake news”. Solo l’espressione, perché quel che dimostra la ricerca è che nella pratica eravamo già esperti. La percezione dell’immigrazione, come di altri temi, influenza in maniera cruciale il clima sociale e le campagne politiche. La parola “invasione”, accanto al numero degli sbarchi aggiornato con solerzia dai media italiani, assume facilmente un peso minaccioso nell’opinione pubblica. Quali conseguenze sulla nostra vita di tutti i giorni? Come la ricerca del professor Introvigne dimostra, quantomeno duplica erroneamente la portata delle cifre. E della paura.
(toni castellano)