A dispetto dell’aumento di circolari inviate alle questure per cambiare approccio all’emergenza migranti e della sensazione generalizzata degli italiani di un’invasione di irregolari fuori controllo, la Direzione centrale immigrazione e polizia delle frontiere, articolazione del ministero dell’Interno, fa sapere che i migranti giunti in Italia irregolarmente nel 2018 sono 22.167. Nel 2016 erano stati 181.436, nel 2017 sono stati 119.369.
La cifra totale è scesa dell’80.55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I numeri sono stati resi pubblici da Massimo Bontempi, direttore dell’agenzia sopraccitata, in occasione del convegno organizzato dal Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà personale, per fare il punto sugli ultimi due anni di monitoraggi di rimpatri forzati.
Bontempi, per descrivere quell’80% in meno, ha usato l’espressione “caduta verticale”.
In particolare, dal 1° gennaio al 4 novembre 2018 gli stranieri rintracciati in posizione irregolare sono stati 28.659. Di cui 13.572 allontanati dal territorio nazionale; 6.820 respinti alla frontiera; 1429 riammessi nel Paese di provenienza; 5.323 rimpatriati. Dati in linea con le operazioni condotte nello stesso periodo dell’anno precedente (2017). Nel 2015 i rimpatri di cittadini stranieri espulsi perché secondo la legge erano in Italia irregolarmente sono stati 5.505. Nel 2018, fino a fine ottobre, sono stati 5.306.
Ossia, i rimpatri degli irregolari, che dipendono dagli accordi bilaterali con i Paesi d’origine, dai costi delle operazioni, oltre che dal lavoro delle questure italiane non sono cambiati dalle medie dei precedenti governi. Mentre il numero degli sbarchi, e quindi degli irregolari, è sceso in due anni dell’80%. Il lavoro del ministero dell’Interno attuale sulla gestione dell’emergenza migranti non è cambiato. Sono però caduti verticalmente i numeri che generano l’emergenza.
(toni castellano)