Una rivista bimestrale e un sito aggiornato quotidianamente con inchieste approfondite, interviste, commenti, editoriali, video e infografiche su mafie, corruzione, ambiente e migrazioni con obiettivo di raccontare storie e proporre analisi per immaginare insieme un futuro realmente diverso. Nasce Lavialibera, il nuovo progetto editoriale targato Libera e Gruppo Abele che eredita l'esperienza trentennale del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio, con Luigi Ciotti, direttore editoriale, Elena Ciccarello, direttrice responsabile. Una redazione composta da una squadra di giovani giornalisti, una rete di collaboratori che si estende a tutta Italia e oltre confine. Il progetto è supportato da un comitato scientifico di esperti e da una rosa di grandi firme, oltre ai preziosi e antichi compagni di viaggio come la Federazione nazionale della stampa, Articolo 21, l’Usigrai.
Mafia siciliana, cosa cova è il titolo del primo numero della rivista. Siamo tornati in Sicilia perchè qui sono idealmente nate le avventure di Libera e di Narcomafie. Abbiamo scoperto una mafia fiaccata dall’azione repressiva e, ciò nonostante, impegnata nel tentativo di riorganizzarsi. La Sicilia, lo ricorda l’ultimo rapporto dell’Autorità nazionale anticorruzione, e la regione in cui nell’ultimo triennio si è registrato il maggior numero di episodi corruttivi nei contratti pubblici: su 152 casi individuati ben 28 (18,4%) sono avvenuti nell’isola. Delle 2.044 imprese destinatarie di interdittive antimafia nel periodo 2014-2018, 534 hanno sede in Sicilia, che si colloca seconda in classifica dopo la Calabria (Anac). Torniamo in Sicilia per sottolineare anche simbolicamente la necessità di un altro approccio, di un nuovo sguardo.
Accanto a una Cosa nostra indebolita e invecchiata emerge un malaffare alto-borghese, un’area grigia apparentemente in crescita che preannuncia forme diverse di criminalità, che non coincidono alla mafia che abbiamo conosciuto nei decenni passati. L'approfondimento contiene un'analisi di Alessandra Dino, sociologa Università di Palermo, le interviste allo storico Salvatore Lupo e a Franca Imbergamo, Sostituito Procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Un colloquio con Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e la fotografa Letizia Battaglia, protagonisti e testimoni di quarant'anni di storia siciliana. Con Claudio Fava, presidente della Commissione d'inchiesta sulla mafia e sulla corruzione in Sicilia in seno all'Assemblea Regionale, si affronta il tema della gestione, raccolta e smaltimento della munnizza dell’Isola, affare da decine di milioni di euro, che ogni anno finiscono nelle casse di pochi imprenditori. La Sicilia è la regioni in Italia con il peggior tasso di raccolta differenziata.
In questo primo numero abbiamo affrontato anche il tema dell’odio con un'intervista in esclusiva a una moderatrice di contenuti di Facebook e Instagram, la prima a rompere il muro di silenzio sul mercato italiano dei social di Menlo Park. I moderatori sono uomini e donne dai 25 ai 40 anni che lavorano su turni di sette, otto o nove ore, giorno e notte. «Ci sono concessi cinque minuti di pausa ogni ora e 20 minuti per mangiare, perché Facebook paga la società sulla quantità di ore che lavoriamo», racconta l’intervistata. Gli operai del social visualizzano, approvano o rimuovono quotidianamente milioni di post violenti o raccapriccianti. L’ultimo report di Facebook stima che nel terzo trimestre del 2019 sono stati rimossi 25,2 milioni di post contenenti atti di violenza particolarmente brutali; 11,6 milioni sulla nudità infantile e lo sfruttamento sessuale dei bambini; 7 milioni di incitamento all’odio. Gli effetti psicologici sui moderatori sono pesanti. «Alcuni colleghi si sono licenziati, altri si sono messi in malattia per depressione».
Tra gli altri contenuti della rivista un’inchiesta sui muri d'Europa: a trent'anni dalla caduta del muro di Berlino oggi si contano ben 16 muri nella sola Europa, circa 1.413 km di barriere una lunghezza pari alla distanza tra Roma e Parigi. E, ancora, un'intervista al pianista Enzo Bosso che presenta il progetto la nuova orchestra europea da lui diretta, composta da musicisti proveniente da tutta Europa che si ritrovano due volte al mese in una città diversa. Dietro questa scelta traspare una concezione politica di Bosso della musica: «Siamo ancora qua a scornarci sull’Europa, quando da sempre la musica scavalca i confini. Per me l’orchestra rappresenta la società ideale dove tutti imparano ad ascoltare».
La rivista ospita ogni numero le rubriche di Rosy Bindi, Carlo Lucarelli, Francesco Remotti, Giuseppe De Marzo, Lucilla Andreucci, Fabio Cantelli Anibaldi e si avvale di un comitato scientifico composto da Rosy Bindi, Fabio Cantelli Anibaldi, Alessandra Dino, Lorenzo Frigerio, Leopoldo Grosso, Monica Massari, Toni Mira, Mirta da Pra, Alberto Vannucci.
Con la rivista il progetto editoriale prevede la realizzazione di un centro di documentazione e ricerca permanente con sede a Roma, coordinato da Lorenzo Frigerio, in cui mettere a sistema un repertorio sui temi di mafia e corruzione, in grado di tenere dentro i diversi linguaggi del racconto: libri, film, documentari, fotografie, video, spettacoli teatrali e altre forme di arte. La creazione di uno spazio di fisico di raccolta di materiale avrà l’ambizioso obiettivo di mettere a sistema la sterminata documentazione testuale, visiva e audiovisiva esistente: basti pensare che le narrazioni sulla complessità prismatica delle mafie hanno dato origine, tra il 1948 e il 2018, a 3446 monografie e 334 film; senza dimenticare che dal 1998 ad oggi sono andate in onda oltre 100 fiction dedicate a questi temi.
Un luogo polifunzionale, innovativo e sperimentale, che si vuole rivolgere ad un’utenza trasversale: dal pubblico che per la prima volta si avvicina a questi temi, accompagnato e facilitato da installazioni digitali interattive, immagini e filmati che rendono più fruibile un primo approccio; a ricercatori e tesisti che in questo luogo possono disporre di un patrimonio di ricerca dal quale attingere e che a loro volta potranno contribuire a far crescere con i propri contributi.