“Nei periodi di crisi, gli effetti delle disuguaglianze formali e sostanziali diventano ancor più evidenti. Le note che seguono forniscono una prima panoramica sui diritti dei cittadini stranieri messi a rischio dall’emergenza COVID-19.”
Così inizia il Documento sottoscritto da decine di associazioni, tra le quali anche il Gruppo Abele, per spezzare il silenzio ed evidenziare le criticità che, in questa drammatica situazione di emergenza da COVID-19, caratterizzano la condizione delle persone straniere ed in particolare dei/delle richiedenti asilo, delle persone senza fissa dimora e dei lavoratori e delle lavoratrici ammassati negli insediamenti informali rurali.
Persone che ad oggi sono prive di effettiva tutela, nella maggioranza dei casi anche degli strumenti minimi di contenimento (mascherine e guanti – acqua, servizi igienici), ed oggettivamente impossibilitate a rispettare le misure previste dal legislatore, vivendo in luoghi che di per sé costituiscono assembramenti.
Il documento non si limita ad enucleare dette criticità ma propone e chiede al legislatore soluzioni concrete ed immediate, che consentano di garantire a tutte le persone le medesime tutele previste dai provvedimenti per contenere il contagio da Coronavirus.
Con specifico riguardo ai Centri straordinari di accoglienza (che dalla riforma del cd. decreto sicurezza n. 118/2018 sono diventati grandi contenitori di persone, con significativa riduzione dei servizi, compresi quelli sanitari), le Associazioni firmatarie chiedono che vengano chiusi, riorganizzando il sistema secondo il modello della cd. accoglienza diffusa in piccoli appartamenti e distribuiti nei territori, essendo impossibile nei contesti attuali il rispetto delle misure legali vigenti, a partire dalla distanza tra le persone e al divieto di assembramenti.
Il Documento chiede, altresì, che venga consentito l’accesso al SIPROIMI anche per coloro che ne sono stati esclusi dal decreto sicurezza (titolari di permesso umanitario, richiedenti asilo) e che le persone senza fissa dimora o che vivono negli insediamenti informali rurali (cioè che lavorano per l’agricoltura per fornire i prodotti per la vita quotidiana) siano accolte in strutture adeguate, con dotazione di acqua e servizi igienici, oggi assenti in questi ultimi.
Analoghe richieste chiediamo per i CPR e gli Hot-Spot, evidenziando, quanto ai primi, la necessità di impedire nuovi ingressi e per le persone già trattenute di disporre le misure alternative al trattenimento, stante l’impossibilità attuale di eseguire ogni rimpatrio nei Paesi di origine.
Il documento non si dimentica neppure della situazione in cui versano le persone migranti che anche in questo periodo possono arrivare in Italia, per cercare di sottrarsi a morte e torture nei campi in Libia o in fuga da situazioni di grave pericolo. Rispetto a costoro chiediamo che vengano predisposte misure che consentano la rapida indicazione di un porto sicuro per lo sbarco e la predisposizioni di protocolli atti ad evitare la diffusione della pandemia in corso.
L’insieme di queste richieste, che ci auguriamo il legislatore e tutte le competenti autorità prendano immediatamente in considerazione, non rispondono solo ad una imprescindibile necessità di trattamento uguale per tutte le persone, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 Costituzione), ma ad una necessità per la salvaguardia dell’intera salute pubblica.
Il Documento non dimentica nemmeno di esortare il legislatore a non ignorare le riforme che da tempo sono urgenti per le persone straniere e per la democrazia tutta, dalla cittadinanza, all’abrogazione dei cd. decreti sicurezza, alla sempre più urgente regolarizzazione.
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Associazioni firmatarie:
ASGI; ActionAID; NAGA; Intersos; Mediterranea Saving Humans; Gruppo Abele, Libera; Focsiv; Magistratura Democratica; Legambiente; Avvocato di strada onlus; Progetto Melting Pot Europa; Emergency; SOS MEDITERRANEE Italia; Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM); DiRe contro la violenza; Borderline Sicilia; Borderline Europe; Gruppo Lavoro Rifugiati Onlus; Associazione Cittadini del Mondo; Legal Team Italia; Clinica Legale per i Diritti Umani dell'Università di Palermo (CLEDU); Refugees Welcome Italia; Clinica legale Immigrazione UniromaTre; Giuristi Democratici; AOI; Associazione Babele; Terra!; Campagna Lasciatecientrare; ARCI; Alterego - Fabbrica dei Diritti; Anolf Venezia; APS Meticcia; ARCI L'AQUILA APS; Associazione CDG- Centro Donna Giustizia di Ferrara; Associazione Coro Voci dal Mondo - MESTRE; Associazione Di Casa; Associazione ESODO; Associazione Mantova Solidale; Associazione Nuovi Ponti; Associazione Perilmondo Onlus; Be free cooperativa contro tratta violenze e discriminazioni; C.I.S.M. Spinea OdV; Camera a sud Aps; Campagna welcome Taranto; Casa di Amadou; Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci; CESIE; CIAC Parma; Cisl Venezia; Clinica Legale per i Diritti Umani dell'Universita di Palermo - CLEDU; Cobas Palermo; Comunità Oasi2; Consorzio S.I. Sviluppo e Innovazione scs; Consorzio Veneto Insieme; Cooperativa Sociale Il Sestante; Dedalus; Di.Fro - Diritti di frontiera; Esc Inforights; Fondazione di partecipazione E' stato il Vento; Fondazione Pangea; Forum Antirazzista Palermo; GEA cooperativa sociale; Giraffa Onlus; Immigrati Cittadini; Karibu Onlus -CasaKaribu; La Kasbah; La Strada Giusta; Laboratorio 53 Onlus; LGBT+diritti RENZO E LUCIO A.P.S. Lecco; Lo Straniero APS; Lunaria; Mai più Lager-no ai CPR; Medici contro la tortura; Mochila - spazio itinerante; Ohana Associazione di volontariato; On the road; PAX CHRISTI ITALIA; Pensare Migrante; Presidio Libera Bari; Progetto Accoglienza di Borgo San Lorenzo; Rete DASI; Sanità di Frontiera; SOLIDARIA Bari; Solidaunia; SOS Rosarno; Sportello FuoriMercato di Villa Roth; Il Grande Colibrì - Essere LGBT nel mondo; Cooperativa Sociale Diapason; Forum per cambiare l'ordine delle cose; Fondazione Migrantes; Associazione radicale Certi Diritti; Ex Canapificio; Ambasciata dei diritti Marche; Progetto 20K