Salute per tutti, trasparenza, denaro pubblico dunque controllo pubblico, nessun profitto sulla pandemia. Sono le quattro richieste di Diritto alla salute – Right2Cure, l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) che ha come obiettivo la raccolta di un milione di firme per spingere la Commissione Ue a rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti e tutte. Tra i firmatari dell’appello c’è anche Luigi Ciotti a nome del Gruppo Abele e di Libera. Lo scopo è garantire l’accesso a un numero più alto di persone e la sicurezza di vaccini e farmaci anti Covid-19, anteponendo il benessere collettivo alla proprietà intellettuale delle industrie farmaceutiche.
Una strada esiste, quella delle licenze obbligatorie che prevedono la possibilità da parte degli stati di forzare i possessori di brevetti a concederne i diritti di utilizzo in virtù di una situazione particolarmente grave. E’ quello che fecero Mandela in Sudafrica e Lula in Brasile per i farmaci contro l’Aids. Perché se è vero che l’interesse dei privati è accumulare profitti, quello pubblico dovrebbe invece essere quello di contenere la spesa. Senza dimenticare i massicci finanziamenti statali, e dunque quanto pagato dai contribuenti, per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e trattamenti: “Non possiamo – si legge nell’appello - permettere alle grandi aziende farmaceutiche di privatizzare tecnologie sanitarie fondamentali che sono state sviluppate con risorse pubbliche”.
(barbara saporiti)