In un Natale segnato da incertezze e fragilità dobbiamo cercare di essere più vicini. Vicini perché le opportune distanze per contrastare la pandemia non devono precludere quella prossimità umana e sociale che forma una comunità.
Solo da relazioni autentiche e corresponsabili scaturisce il bene comune, quel “fratelli tutti”, e le nostre vite si riempiono di vita. Vita che il Natale celebra come eterna nascita della Speranza.
Ma la Speranza di questo Natale ha più che mai bisogno del nostro contributo, in termini di impegno, di attenzione, di sostegno. Grazie perché la Speranza del Natale bussi alla porta di tutti, a cominciare dagli esclusi, dai poveri e dai dimenticati.