Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani suona oggi come un’accusa all’irresponsabilità, all’ingiustizia, alla mancanza di coscienza e di ragione. Un’accusa al tradimento di umanità. Sì perché, in questo drammatico tempo segnato dalla pandemia, è a rischio il diritto che sta alla base di tutti gli altri, il diritto fondamentale: quello alla salute, cioè alla vita. Guardiamo quella che sembra essere la principale preoccupazione dei governi nazionali e mondiali: trovare un punto di equilibrio tra la tutela della salute e la riduzione del danno economico. La proverbiale minaccia La borsa o la vita! trova oggi una mortale realizzazione in un sistema economico che sfrutta, umilia – e se necessario sopprime – vite in nome dell’idolo profitto, dell’avidità di denaro. Per riparlare credibilmente di diritti umani non bastano allora correttivi politici o economici: serve una rivoluzione culturale e di pensiero. Serve un cambiamento radicale, non un semplice adattamento. Serve una rinascita, una rigenerazione.
(d. luigi ciotti)